No, signori giurati, non è vero che in alcuna parte della città si aspetti con ansia il vostro verdetto: non è vero, che a Portici, od altrove, vi sia della gente che trepidi per la sua sorte e pel suo avvenire, in vista dei risultati del vostro giudizio. Guai per essa se così fosse; imperocchè il giorno delle maggiori nostre sventure sarebbe quello in cui i giurati del nostro Paese pensassero d’ispirarsi a sentimenti ed effetti, estranei alle prove del pubblico dibattimento.